"La ragazza senza coda", un'infanzia in chiaroscuro nel nuovo romanzo della scrittrice materana Marialuisa Amodio


Una bambina tolta alla famiglia d’origine e mandata a vivere nella casa di una zia, a centinaia di chilometri. Una famiglia d’origine complessa, con una nonna dispotica, una madre problematica e una sorellastra. Qualcosa di terribile accaduto nel passato, un passato confuso dai contorni troppo sgranati per rifletterne l’autenticità.
In una Matera ben lontana dall’essere Capitale Europea della Cultura, la trama del romanzo La ragazza senza coda (Fernandel) di Marialuisa Amodio procede lungo due piani temporali: c’è il presente di Delia - trentenne della città dei Sassi che si è trasferita in Australia - e la sua infanzia che torna, prepotente, a tormentarla.
Delia è rientrata a Matera per far visita alla nonna, ormai consumata dalla malattia eppure sempre in grado di essere autorevole, conservando la sua fama di maciara.  Non ci sono abbracci, confidenze, serenità. Il ritorno di Delia a casa non è accolto con gioia dalla madre e dalla sorella Silvia, sembra che niente possa spezzare quel clima anaffettivo e omertoso che si è instaurato tra le tre donne. E poi ci sono gli amici di scuola: Uccio, Rosa Maragno, Michele, Tommaso… Era un micromondo con regole a parte, spesso più rigide di quelle degli adulti.
Sono forti gli echi di De Martino, con fascinazioni e legature che sopravvivono in una realtà recente, di poche decine di anni fa. Quella raccontata da Marialuisa Amodio è una favola nera dove non c’è la magia dell’infanzia ma la disillusione, l’ipocrisia, la freddezza, il calcolo della maggior parte degli adulti. Solo nelle ultime pagine sarà svelato il significato dei non detti che hanno accompagnato, suo malgrado Delia, e l’intera storia assumerà un senso diverso, più profondo.
Lo stile della Amodio è estremamente ricercato e conduce il lettore in una spirale di introspezione, dove gli incubi peggiori si intrecciano con la realtà fino a far riaffiorare un episodio tragico che ha irrimediabilmente sconvolto la vita di tante persone. I protagonisti hanno tutti alle spalle un dolore, un trauma, un abbandono. È nella loro infanzia che vanno ricercati quei vuoti che li rendono adulti ai quali manca qualcosa – in primis, la fiducia, in se stessi e negli altri perché, come ripeteva la nonna: “Bambina mia, ricorda: non fidarti di nessuno, perché il miglior amico è il peggior nemico”.
Marialuisa Amodio ha pubblicato i romanzi Al buio non parliamo delle stagioni (Albus Edizioni, 2010) e L’era del Leviatano (La Penna Blu, 2012).
La ragazza senza coda sarà presentato a Matera sabato 14 aprile alle 18,30 nella Libreria Di Giulio.

Rossella Montemurro

 

 

 

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