"Quella che vi pare", Camille Laurens tra le identità ingannevoli di Facebook
“(…) per le persone come me, dicevo, internet è sia naufragio che
zattera: sprofondiamo nell’inseguimento, nell’attesa, non riusciamo a portare
il lutto per una storia peraltro morta, e allo stesso tempo sopravviviamo nel
virtuale, ci aggrappiamo alle presenze fittizie che affollano la rete, e invece
di disgregarci ci colleghiamo. (…)”.
Quella che vi pare (e/o,
collana Dal mondo, traduzione di Alberto Bracci Testasecca) di Camille Laurens
è un romanzo scritto in un modo che disorienta e stordisce. Le prime pagine
sono un vortice di parole e sensazioni, poi si prende confidenza con il flusso
di coscienza di Claire Millecam – alias Claire Antunès.
Facebook e la selva di identità – autentiche
o false che siano, chi può dirlo? – fa da sfondo a questo breve testo nel quale
la protagonista è una docente internata in un ospedale psichiatrico dopo aver
perso la testa per Chris, un uomo molto più giovane di lei – ma soprattutto
manipolatore, fatti i dovuti distinguo, la situazione ricorda almeno nella
parte iniziale del libro quella descritta in L’appassionata, pellicola del 1988 con una superba Piera Degli
Esposti.
Chris è l’uomo che avrebbe dovuto fornirle
indirettamente notizie dell’ex compagno: partendo dal presupposto che Facebook
ha il potere di trasformarsi in un alleato micidiale per tutte quelle persone
che vogliono continuare a controllare compagni o ex partner, Claire non si
lascia sfuggire questa occasione d’oro. Una situazione che, però, le prende la
mano: da cinquantenne con tutti i dubbi e i problemi che questa età comporta,
diventa una venticinquenne malinconia e seduttiva, Claire Antunè – diventa
un’esca, insomma - per far colpo su Chris abbattendo distanze anagrafiche e
culturali.
“(…) Ero abituata a rapporti più
intellettuali con gli uomini, ero un po’ il tipo di persona che si chiede come
sia possibile vivere senza aver letto Proust. Per me era una novità parlare del
tempo che fa e non del tempo che passa, delle serie televisive e non della
forza del desiderio, della superficie e non del profondo (…)”.
Claire ha un ex marito, due figli e presto si
accorge che interpretare anche solo virtualmente il ruolo di una ragazzina non
è qualcosa che può andare avanti all’infinito: Chris vuole incontrarla,
toccarla, non si accontenta più di chattare o sentirla al volo per telefono.
Realtà quotidiana e realtà virtuale, identità
vere e fittizie, fragilità psicologiche… la Laurens questi temi li affronta
tutti e non corre il rischio di sembrare scontata. Quella che vi pare ha un’eleganza di fondo quando la voce di Claire
indugia in dissertazioni filosofiche, prende in prestito citazioni, fa paragoni
colti e poi diventa un testo duro, scontroso quando mette a nudo emozioni
dirompenti e distruttive. Da leggere, anche solo per l’originalità dello stile.
Camille Laurens è nata a Digione nel 1957.
Professoressa di lettere, ha insegnato a Rouen e in Marocco per oltre dodici
anni. Autrice di numerose opere, ha esordito con il romanzo autobiografico Philippe.
Tra le braccia sue (Einaudi 2001) ha vinto i prestigiosi premi Femina e
Renaudot.
Rossella Montemurro